17° CONVEGNO “CULTURA E SPIRITUALITA”
TARANTO, 6-7-8-9 NOVEMBRE 2014
Il 17° CONVEGNO “ CULTURA E SPIRITUALITA’” HA SUPERATO LE NOSTRE PIU’ ROSEE PREVISIONI.
VI TERREMO INFORMATI INSERENDO SUL NOSTRO SITO, PRIMA GLI ATTI E POI LA RASSEGNA STAMPA. FRA POCHI GIORNI FESTEGGEREMO I GIOVANI STUDENTI PREMIANDO I LORO ELABORATI.VOI MANDATECI LE VOSTRE IMPRESSIONI.
E COMINCIAMO DAL GRANDE ASSENTE:
P. ANTONIO GENTILI
Ospitiamo sul sito della nostra Onlus la lettera che padre Antonio Gentili
ha indirizzato al Superiore del proprio ordine, i Padri Barnabiti, in
occasione del "veto" che gli era giunto a proposito della sua partecipazione
al nostro XVII Convegno su "Cultura e spiritualità". Il "veto", sollecitato
dal Gris di Taranto, era stato veicolato all'ordine dei Barnabiti dalla sede
romana della Congregazione per la dottrina della fede, organismo vaticano in
precedenza denominato Santo Uffizio e in origine Inquisizione.
Caro p. Generale,
il mio santo – Antonio Abate – era solito dire che la forma suprema di discernimento è l’obbedienza e quindi al tuo ordine equivalente obbedisco. A meno che giunga un… contrordine.
Ma poiché non è una faccenda che coinvolge soltanto la mia persona, chiedo di essere ascoltato: “audiatur et altera pars”, in questo caso la parte “incriminata” che sarei io, dicevano i latini. Mi sembra che saggezza richieda di passare a una decisione dopo un ragionevole scambio. Mi dorrebbe che gli amici tarentini vengano privati di un appuntamento a cui tengono tanto e che è finalizzato unicamente al loro bene.
Ti allego il programma del prossimo incontro (6-9 novembre, a Taranto); uniscilo al dossier che ti ho consegnato. Come vedi il terreno su cui mi muovo mi sembra del tutto conforme alla mia condizione di ecclesiastico, anche se la mia è una presenza del tutto a titolo personale, di cui mi prendo la responsabilità. E tale presenza in quell’Associazione non penso sia stata strumentalizzata, mettendomi in contrasto con la comunità cristiana del luogo e i suoi pastori; Associazione inoltre che mi sembra molto semplicistico definire spiritista. Nel programma, tra l’altro, è inserita la partecipazione alla messa festiva, che ho sempre concelebrato nella chiesa viciniore. Oltretutto l’Associazione dispiega anche una lodevole attività a sostegno delle opere di madre Teresa, in Calcutta (è parte attiva un ex alunno dello Zaccaria di Milano, che avrà modo di rammaricarsi – e non solo lui – se non mi vedrà al convegno!). Comunque dalla lettera alla Cometti che ho accluso al dossier dei miei interventi, puoi vedere cosa penso del suddetto movimento, con le sue luci e le sue ombre... Ombre che ben comprendo possano preoccupare le gerarchie ecclesiastiche e gli stessi fedeli (forse non sufficientemente illuminati).
Lo spirito cui prendo parte rientra, mi sembra, nella visione di una “chiesa in uscita” cara a papa Francesco, anche se io non mi presento come avessi particolare autorevolezza o mandati, ma solo come un fratello che si ha la bontà di ascoltare. Voglio aggiungere che la stessa Cometti non cessa di proporre una visione di fede alle persone che vi partecipano e che chiedono conforto del loro lutto anche attraverso incontri con le cosiddette “sensitive”, le quali peraltro godono innegabilmente di notevoli capacità che ho potuto costatare. Il fatto che se ne servano nella più assoluta gratuità e per il bene altrui fa pensare che almeno lo scopo è buono… Non si tratta senz’altro di quello spiritismo da baracconi che pure esiste, ma non a Taranto con la Cometti, se mal non m’appongo. In ogni caso la stessa Cometti saprà come rapportarsi in modo comprensivo e rispettoso verso la chiesa locale.
Semmai ho da rammaricarmi che i Pastori del luogo non abbiano messo in atto, a quanto mi risulta, gesti che mostrino quell’empatia sempre richiamata da papa Francesco, pur nella franchezza con cui valutare pro e contro di un’iniziativa certo non scevra di aspetti problematici, che non sfuggono agli stessi organizzatori.
In ogni caso, se è vero che l’obbedienza non comporta la condivisione delle ragioni per cui la si esige, non mi parrebbe sconsiderata la richiesta di offrire da parte mia a chi di dovere, non delle giustificazioni (“Deus scit!), ma l’esposizione corretta dei fatti e delle loro motivazioni. Mi chiedo perché non sono stato avvicinato di persona? Pertanto ti sarei grato se tu consegnassi quanto sopra all’“Inquisitore” – mi si passi il termine – che ti ha contattato.
Vedrò come “giustificarmi” con chi di dovere.
Campello sul Clitunno, Ognissanti 2014
p. Antonio Gentili, B.